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Perché a Natale celebriamo la nascita di Gesù? Proprio perché conosciamo la sua vita, ed è per questo che, guardando la sua vita, lo chiamiamo Dio forte, Dio con noi. Lui cambierà la nostra situazione? In ogni caso, la sua vita ci dà le ragioni per credere a Isaia e al Vangelo. È Gesù che è per sempre tra di noi e con noi, qualunque sia la nostra situazione: celebrare il Natale significa proprio avere questa speranza in lui. La sua nascita noi la commemoriamo, la sua morte la celebriamo; ma soprattutto viviamo il mistero dell’incarnazione, passione e resurrezione, della venuta del Dio forte in mezzo a noi, un Dio forte che ha preso la nostra carne umana. Da quel giorno della natività a Betlemme il Dio forte non è più separabile dall’uomo, e la vicenda dell’uomo è una vicenda condotta, guidata dal Dio forte che nella notte di Natale contempliamo come un bambino.
ENZO BIANCHI , priore della comunità monastica di Bose
Carissimi genitori,
nell’imminenza del santo Natale, desideriamo rivolgerci a voi come ad amici, con cui condividiamo il non facile compito di formare ed educare i nostri bambini e ragazzi, in tempi ancor meno facili, che spesso si definiscono di “emergenza educativa”.
I nostri bambini, i nostri ragazzi, i vostri figli, sono il frutto più bello della nostra comunità, speranza della società e della chiesa; chiedono di essere accompagnati nella crescita umana e spirituale alla scoperta di valori e ideali per cui valga la pena di vivere e che li facciano sentire protagonisti in un mondo che anche grazie a loro può cambiare.
Il nostro è un compito gravoso, ma entusiasmante.
Avvertiamo la necessità di sostare con voi, a riflettere su quanto insieme facciamo per loro e su quanto ancora ci aspetta; vorremmo farlo con senso di responsabilità, ma anche con serenità e fiducia, insieme guardando al mistero di un Dio che ha voluto essere “per sempre tra di noi e con noi”, con la forza prorompente di un Dio forte e la semplicità disarmante di un bambino.
Quante volte Maria avrà guardato con trepidazione quel figlio, quando la sua debolezza sembrava smentire la profezia dell’angelo che, con la nascita, ne aveva annunciato il destino di gloria!
È una trepidazione che conosciamo bene, la stessa che proviamo nel pensare ai nostri bambini, ai nostri ragazzi, al loro futuro: in quei momenti vorremmo avere sicurezze che non ci è dato di possedere, ma che solo possono riposare nella fiducia che il Dio fatto uomo non ci è estraneo persino nei passaggi più difficili della vita.
Quel Figlio è per noi garanzia di un’amicizia e di una vicinanza di Dio, che viene incontro alla nostra piccola, incerta fede. Maria, pellegrina nella fede, ci è guida in questa esperienza.
Da quel giorno della natività a Betlemme il Dio forte non è più separabile dall’uomo, e la vicenda dell’uomo è una vicenda condotta, guidata dal Dio forte che nella notte di Natale contempliamo come un bambino.
Il Bambino che nasce a Betlemme ci aiuti a guardare, con la trepidazione e la fiducia di Maria, con l’amore del Padre, al miracolo della vita che si manifesta nei nostri ragazzi, certi che non siamo soli nel difficile compito di educarli alla vita e alla fede.
Con amicizia e gratitudine auguriamo di cuore buon Natale e un sereno anno nuovo a voi e alle vostre famiglie!