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Ancora una volta, sorelle e fratelli,
il Signore ci offre il Sacro Tempo della Quaresima.
Ormai da alcuni anni nell’azione pastorale della nostra parrocchia,riscontriamo una crescente difficoltà nel convincere i ragazzi (e soprattutto genitori) che la Messa comunitaria della domenica e l’incontro settimanale di catechesi, rivestono una specifica e grande importanza nel cammino del discepolo cristiano, soprattutto per i bambini e i ragazzi che vogliono completare il percorso dell’Iniziazione Cristiana.
Purtroppo la stragrande maggioranza dei bambini e dei ragazzi oggi, (forse più che in altri periodi), si ritrovano oberati da mille impegni scolastici ed extrascolastici: non è raro che al catechismo si ritrovino sempre gli stessi e sempre di meno… anche peggio succede per la Messa della domenica, giorno del Signore e della comunità, in teoria, in realtà giorno dilaniato e defraudato del suo senso spirituale: società sportive e di intrattenimento, non curandosi della formazione integrale dei ragazzi e degli adolescenti ma solo di coltivare i valori sportivi (pure importanti), finiscono per non curare e non favorire uno sviluppo armonico di tutte le componenti della crescita: gli aspetti fisici, affettivi, spirituali e (per chi lo vuole) anche religiosi. Favorire la crescita armonica dei nostri ragazzi non è facile: famiglie e ragazzi spesso si trovano stressati a dover dire di Sì a tutte le agenzie educative e si pretende di semplificare gli itinerari “tagliando ora qui e ora là”, rischiando di non fare nulla di buono ma tutto in modo superficiale.
Quest’ambito e queste problematiche ci hanno fatto riflettere, come operatori educativi, per un rinnovamento profondo della metodologia di lavoro che tenga conto dei vari aspetti. Questa lunga premessa per dire che nella nostra comunità parrocchiale, da molti a questa parte, il gruppo dei Catechisti propongono per il mese di Febbraio per tutti i gruppi di catechesi) un’intera giornata di ritiro spirituale. Di solito il ritiro viene vissuto nei nostri locali ma, quando riusciamo con sacrificio e molta generosità, a spostarci in altre comunità parrocchiali della città o dell’interland, la giornata diventa davvero preziosissima.
Il RITIRO è un evento di grazia che consente ai nostri bambini e ai ragazzi di stare insieme per 10/12 ore. Gli effetti di questa straordinaria metodologia sono assicurati: il fatto stesso che i ragazzi stiano insieme per tante ore, si conoscano meglio, preghino insieme, consumino il pranzo e dedichino tante energie e attenzione a tematiche che vengono via via approfondite con clama e serenità. Vengono curati i vari aspetti nel solo intento e di creare comunione e favorire la crescita della comunità, i ragazzi si conoscono meglio tra loro e conoscono meglio le catechiste. Anche le celebrazioni sono più intense e intime: di soliti ragazzi dicono: le celebrazioni nel ritiro toccano il cuore, sono indimenticabili. Certo, queste giornate non si possono improvvisare: i catechisti (attingendo dal proprio bagaglio spirituale e di esperienza che viene messo a confronto durante l’immancabile riunione del mercoledì - dalle 19,30 alle 21 -) tutto è preparato a puntino: la tematica, le attività, i materiali; molto importante risulta il coinvolgimento dei genitori, anche se talvolta problematico, ma quando si verifica fa scattare dinamiche nuove e profonde: genitori che conoscono meglio i loro figli e… figli che mostrano ai genitori il cammino di fede che viene a compiersi. Siamo sempre più convinti che questa metodologia sia preziosa: la catechesi ne guadagna assai, i catechisti collaborano, tanti laici impegnati della parrocchia danno una mano per consentire ai ragazzi di trovare un po’ della serenità necessaria per imparare a essere veri discepoli di Gesù.
Membri di diritto
1. mons. ANTONINO ZEDDA – Parroco e Presidente
2. Ignazio PIRAS - diacono e collaboratore parrocchiale
3. TERESINA LAI (segretaria parrocchiale)
Membri eletti dai vari settori pastorali (N. 16)
GRUPPO Catechisti
1. Barbara MARROCCU
2. Fatima CADEDDU
GRUPPO Lettori
1. Brigida SALIS
2. Silvia BERTOLAI
GRUPPO Ministri Straordinari della Comunione
1. Donatella SECCI
2. Giampiero CONTINI
GRUPPO LITURGICO e DECORO della Chiesa
1. Marisa CATTE
2. Zaira PINNA
GRUPPO CARITAS
1. Barbara FLORIS
2. Giovanni GRANELLA
3. Anna Rosaria PUTZOLU
GRUPPO CORI PARROCCHIALI
1. Paolo OBINU (eletto dal Coro domenicale)
2. Maria Stefania CHERCHI (eletto dal coro del Sabato)
GRUPPO Apostolato della Preghiera e Vocazioni
1. Elda CAPRINO
2. Franca SARAI
GRUPPO AIFO
1. Anna Rosa MELETTE
LAICI Cooptati tra quelli che hanno dato la disponibilità (n. 10)
Famiglia: Alessandro PISTIS e Valeria CUCCU
Famiglia: Pino MURA e Susanna DEPALMAS
Famiglia: Luciano PUTZOLU e Patrizia MELIS
Famiglia: Rolando CADELANO e Sara PINNA
Adulti: Pasquale TRIBISONNA, Mariella URAS
Addio 2019 e grazie… Benvenuto 2020.
Si chiude un altro anno, spero tutto sommato positivo per ciascuno di voi, con le sue luci e le sue ombre. Le gioie e i dolori che abbiamo sperimentato sono un dono di Dio.
Da cosa si giudica un anno? E una vita?
Penso che una vita si giudichi, seguendo il vangelo, da quanto ha saputo amare. O ha voluto amare. O avrebbe voluto amare. La vita è una gigantesca caccia al tesoro, una scommessa che ci spinge alla ricerca, che ci invita ad andare oltre l'apparenza, a scoprire la nostra anima e a liberare la luce che già abita il nostro cuore.
Per riuscire a sopportare e a supportare le inevitabili sofferenze che incontriamo, evitando però quelle che ci costruiamo da noi!, e accogliendo le tante gioie che incontriamo.
Ma, soprattutto, cercando di cogliere negli eventi un progetto, un disegno, un piano non sempre evidente ma che, pure, la fede ci permette di individuare nelle cose che facciamo. Dio ha un progetto di bene su di noi e sulle nostre vite. Possiamo collaborare alla salvezza del mondo accogliendo la salvezza e, per quanto possibile, vivendo da salvati.
Così affrontiamo con intensa e intima serenità il tempo che ancora ci sarà donato.
Buona fine d’anno e migliori principi!
Esulti il santo, perché si avvicina al premio. Gioisca il peccatore, perché è invitato al perdono. Si rianimi il pagano, perché è chiamato alla vita. Il Figlio di Dio, nella pienezza dei tempi che il disegno divino, profondo e imperscrutabile, aveva prefisso, ha assunto la natura del genere umano per riconciliarla al suo Creatore, affinché il diavolo, autore della morte, fosse sconfitto, mediante la morte con cui prima aveva vinto. In questo duello, combattuto per noi, principio supremo fu la giustizia nella più alta espressione. Il Signore onnipotente, infatti, non nella maestà che gli appartiene, ma nella umiltà nostra ha lottato contro il crudele nemico. Egli ha opposto al nemico la nostra stessa condizione, la nostra stessa natura, che in lui era bensì partecipe della nostra mortalità, ma esente da qualsiasi peccato.
E' estraneo da questa nascita quel che vale per tutti gli altri: «Nessuno è mondo da colpa, neppure il fanciullo che ha un sol giorno di vita». Nulla della concupiscenza della carne è stato trasmesso in questa singolare nascita; niente è derivato ad essa dalla legge del peccato. E' scelta una vergine regale, appartenente alla famiglia di David, che, destinata a portare in seno tale santa prole, concepisce il figlio, Uomo-Dio, prima con la mente che col corpo. E perché, ignara del consiglio superno, non si spaventi per una inaspettata gravidanza, apprende dal colloquio con l'angelo quel che lo Spirito Santo deve operare in lei. Ella non crede che sia offesa al pudore il diventare quanto prima genitrice di Dio. Colei a cui è promessa la fecondità per opera dell'Altissimo, come potrebbe dubitare del nuovo modo di concepire? La sua fede, già perfetta, è rafforzata con l'attestazione di un precedente miracolo: una insperata fecondità è data a Elisabetta, perché non si dubiti che darà figliolanza alla Vergine chi già ha concesso alla sterile di poter concepire.
II - La mirabile economia del mistero del Natale
Dunque il Verbo di Dio, Dio egli stesso e Figlio di Dio, che «era in principio presso Dio, per mezzo del quale tutto è stato fatto e senza del quale neppure una delle cose create è stata fatta», per liberare l'uomo dalla morte eterna si è fatto uomo. Egli si è abbassato ad assumere la nostra umile condizione senza diminuire la sua maestà. E' rimasto quel che era e ha preso ciò che non era, unendo la reale natura di servo a quella natura per la quale è uguale al Padre. Ha congiunto ambedue le nature in modo tate che la glorificazione non ha assorbito la natura inferiore, né l'assunzione ha sminuito la natura superiore. Perciò le proprietà dell'una e dell'altra natura sono rimaste integre, benché convergano in una unica persona. In questa maniera l'umiltà viene accolta dalla maestà, la debolezza dalla potenza, la mortalità dalla eternità. Per pagare il debito, proprio della nostra condizione, la natura inviolabile si è unita alla natura che è soggetta ai patimenti, il vero Dio si è congiunto in modo armonioso al vero uomo. Or questo era necessario alle nostre infermità, perché avvenisse che l'unico e identico Mediatore di Dio e degli uomini da una parte potesse morire e dall'altra potesse risorgere. Pertanto si deve affermare che a ragione il parto del Salvatore non corruppe in alcun modo la verginale integrità; anzi il dare alla luce la Verità fu la salvaguardia del suo pudore. Tale natività, dilettissimi, si addiceva a Cristo, «virtù di Dio e sapienza di Dio»; con essa egli è uguale a noi quanto all'umanità, è superiore a noi quanto alla divinità. Se non fosse vero Dio non porterebbe la salvezza, se non fosse vero uomo non ci sarebbe di esempio. Perciò dagli angeli esultanti si canta nella nascita del Signore: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli» e viene annunciata «la pace in terra agli uomini di buona volontà» . Essi, infatti, comprendono che la celeste Gerusalemme sta per essere formata da tutte le genti del mondo. Or quanto gli umili uomini devono rallegrarsi per quest'opera ineffabile della divina misericordia, se gli angeli eccelsi tanto ne godono?
III - La vita della nuova creatura
Pertanto, dilettissimi, rendiamo grazie a Dio Padre mediante il suo Figlio nello Spirito Santo, poiché la sua grande misericordia, con cui ci ha amato, ha avuto di noi pietà. «Quando ancora noi eravamo morti a causa dei nostri peccati, ci ha vivificati con Cristo» per essere in lui una nuova creatura e una nuova opera. Dunque spogliamoci del vecchio uomo e dei suoi atti . Ora che abbiamo ottenuto la partecipazione alla generazione di Cristo, rinunciamo alle opere della carne. Riconosci, o cristiano, la tua dignità, e, reso consorte della natura divina, non voler tornare con una vita indegna all'antica bassezza. Ricorda di quale capo e di quale corpo sei membro. Ripensa che, liberato dalla potestà delle tenebre, sei stato trasportato nella luce e nel regno di Dio. Per il sacramento del battesimo sei diventato tempio dello Spirito santo: non scacciare da te con azioni cattive un sì nobile ospite e non ti sottomettere di nuovo alla schiavitù del diavolo, perché ti giudicherà secondo verità chi ti ha redento nella misericordia, egli che vive e regna col Padre e lo Spirito santo nei secoli dei secoli. Amen.
NOVENA DI NATALE 2019
Con Giuseppe per accogliere Gesù
Giorno e gruppo |
Tema |
Segno |
Brano biblico |
Lunedì 16 don Toz |
Sempre in cammino |
Piedi e gambe |
Is. 9,1-6 |
Martedì 17 3 elem. |
Un abbraccio |
Braccia |
Mc. 9,33-37 |
Mercoledì 18 3 media Arcivescovo |
In ascolto |
Orecchie |
Mt. 1,16-21 |
Giovedì 19 1 media |
Come profumo d’incenso |
Naso |
|
Venerdì 20 2 media |
Le parole |
Bocca |
Lc. 1,46-55 |
Sabato 21 5 elem. |
Preghiera e lavoro |
Mani
|
Salmo 128 |
Domenica 22 4 elem. |
Saper vedere |
Occhi |
Letture della Messa Poesia Gozzano |
Lunedì 23 2 elem. |
Saper accogliere |
Cuore |
Mt. 1,19-25 |
Martedì 24 Veglia |
|
Bambino |
Ufficio delle Letture |
SCHEMA NOVENA
1. Inizio ore 19
2. Ingresso in silenzio (musica d’organo)
3. Nel nome del Padre…
4. Saluto del parroco
5. Esposizione del Santissimo Sacramento
6. Adorazione silenziosa e Canto delle profezie
7. Proclamazione della Lettura
8. Canto del polisalmo e invocazione
9. Animazione da parte del gruppo cresimandi
10. Riflessione dell’Arcivescovo
11. Canto Inno
12. Antifona maggiore Magnificat
13. Canto del magnificat e incensazione, si ripete l’antifona
14. Orazione
15. Tantum Ergo… orazione e benedizione eucaristica
16. Preghiera per il Papa
17. Padre nostro… agnello di Dio (frazione del pane: ecco l’agnello di Dio
18. Comunione
19. Canto finale
Santa Teresa D'Avila iniziava sempre le sue preghiere salutando Dio così: mio Re! Teresa aveva immaginato la vita di ognuno di noi come un castello. Abbiamo un giardino, delle mura tutto attorno, un grande ingresso, tantissime stanze con tantissime porte che ci conducono in altre stanze e così via, fino ad arrivare alla stanza che si trova al centro del castello. In questa stanza c'è Gesù, il Re. Se noi scegliamo di essere amici di Gesù, lui starà al centro del nostro castello, perciò al centro della nostra vita! E con un re così non possiamo che essere sereni e felici! Ma perché Gesù al centro del nostro castello ci fa felici? Che Re è Gesù?
Innanzitutto, come dice la seconda lettura di oggi, Gesù è Re perché ha partecipato con il Padre e lo Spirito alla creazione di tutte le cose, visibili e invisibili! La creazione è il suo regno! Lui ha creato i fiori, il mare, il cielo, le stelle, ... ma soprattutto Lui ha creato noi, il nostro stupore nel guardare le stelle, la nostra gioia nel giocare con le onde del mare, l'amicizia che ci fa stare bene con gli amici e la bellezza dell'essere amati. Lui ci ha creati nel Paradiso, per il Paradiso: il suo regno creato per noi! Ecco perché Gesù è Re quando sulla croce apre il Paradiso al ladrone che lo riconosce figlio di Dio: perché solo un Re può aprire le porte del regno e far entrare chi ne è degno. E ne è degno chi lo riconosce Re!
Da che cosa Gesù capisce che questo uomo condannato alla croce, che ha vissuto da delinquente è degno del suo Regno?
Rileggiamo le ultime parole del ladrone: "Gesù ricordati di me quando entrerai nel tuo regno".
Quest'uomo parla del Paradiso che sa benissimo non essere il posto per un ladro! Ma parla di regno e chiedendo di entrare domanda perdono per essere degno dell'Amore di Dio. E Dio non si nega a nessuno!
Oggi è il giorno in cui ognuno di noi deve guardare nel suo castello, guardare all'avvento che sta per iniziare come tempo per preparare la stanza al centro, perché tutto sia pronto per accogliere il RE. Il bambino Gesù che tra poco nascerà, verrà a ricordarci che il suo regno è semplicemente un regno di amore dove, per entrare, basta chiedere al RE!